mercoledì 13 gennaio 2010

America's Cup 2010: BMW Oracle si rivolge di nuovo al Tribunale di New York


Mancano ormai solo 25 giorni alla data prefissata (8 febbraio 2010) e, al termine dell'incontro di Singapore (conclusosi proprio oggi) il Golden Gate Yacht Club (Challenger per la XXXIII America's Cup) ha annunciato di essersi nuovamente rivolto alla Suprema Corte di New York.

In realtà la cosa era già nell'aria e proprio il team di BMW Oracle Racing, in una recente intervista, aveva giustificato l'assenza di Tom Ehman sostenendo che egli fosse negli Stati Uniti per questioni legali.

Ora, con questo documento, il Golden Gate Yacht Club, dichiara ufficialmente di aver inoltrato un nuovo ricorso al Tribunale di New York al fine di ottenere risposta circa le vele di Alinghi entro l'8 febbraio.

In pratica gli americani contestano la costruzione delle vele del catamarano svizzero, ma chiedono alla Corte di prounciarsi prima della data di avvio della sfida, così da evitare eventuali contestazioni giudiziare "dopo" la conclusione.

Essi, aggiunge il comunicato, si rendono però disponibili a concedere un minimo di tempo al Defender affinchè risolva la questione autonomamente, realizzando delle vele completamente svizzere.

Dal canto loro gli svizzeri ribattono che il Deed of Gift non fornisce alcuna indicazione circa la barca del Defender prima dell'avvio vero e proprio della sfida, consentendogli dunque di utilizzare qualsiasi attrezzatura, realizzata in qualsiasi nazione.

Ancora una volta, dunque, si ha la sensazione di assistere ad una partita a scacchi, in cui entrambi gli avversari cercando di mettersi reciprocamente in difficoltà, apparentemente incuranti di tutto ciò che sta avvenendo intorno a loro.

A questo punto, le opzioni possibili sono le seguenti:
  1. Il Tribunale di New York si pronuncia rapidamente (entro l'8 febbraio) e dichiara "non conformi" le vele di Alinghi prima della partenza.
  2. Il Tribunale si pronuncia rapidamente e dichiara "conformi" le vele di Alinghi.
  3. Il Tribunale di New York non si pronuncia prima dell'8 febbraio e la sfida si avvia nei tempi previsti
Nel primo caso, presumibilmente, il Tribunale obbligherà il Defender a sistemare la faccenda e quindi a posticipare la data dell'evento, favorendo gli americani (nonostante fingano di non essere interessati a ciò) che avrebbero quindi tempo sufficiente per completare la messa a punto dell'ala rigida.

Il secondo caso, purtroppo, appare il meno probabile in assoluto, ma sarebbe anche il più desiderabile dai fans di Alinghi: la sfida avviene e che possa vincere il migliore.

Nel terzo caso, infine, ci troveremmo di fronte ad una sfida in cui, fin dall'inizio, la barca americana esporrebbe protesta per l'attrezzatura avversaria costringendo la giuria internazionale a giudicare su temi piuttosto delicati. La giuria potrebbe far proseguire la sfida, seppur con l'ombra di una squalifica a posteriori, oppure sospenderla, squalificando il Defender, per trasferirla nuovamente nelle aule di giustizia.

Nel 1988, infatti, ci fu la famosa sfida tra il gigantesco sloop neozelandese e il velocissimo catamarano americano: sull'acqua vinse la barca americana, ma successivamente i neozelandesi si rivolsero alla Corte di New York, la quale in prima battuta dichiarò che la Coppa spettava a loro. Solo nel 1990, in seguito a nuovo ricorso degli americani, il tribunale si pronunciò diversamente e restituì la Coppa agli Stati Uniti.

Insomma, ci troviamo in un situazione altamente critica, in cui la sfida in acqua sarà solo una piccolissima parte di una vicenda in cui, gli unici veri vincitori, saranno gli studi legali!

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